«Devo scrivere per scoprire quel che faccio. Non so bene che cosa penso finché non vedo che cosa dico; dopodiché devo dirlo da capo»
Flannery O’Connor – Sola a presidiare la fortezza – Lettere
Io, anche se non avrei saputo dirlo così bene, questa cosa l’ho sempre pensata. Perciò scrivo questo articolo: per capire cosa devo fare.
Ho scritto più volte, prima di oggi, che questo blog vuole essere una palestra di scrittura, dove si fanno riflessioni, più che flessioni.
Una palestra del genere è intuitivo che serva, in primo luogo, a me che scrivo. Mi domando in continuazione a cosa possa servire agli altri.
Probabilmente nulla, i pochi lettori al massimo si divertiranno a leggere i miei racconti, nel migliore dei casi. Ma se aprissi la palestra agli altri?
Non sarei certo io l’allenatore o l’insegnante, per carità, sarei soltanto un frequentatore, anche se la palestra, a ben guardare, è la mia. Quindi io non pago, per capirci. Ma poiché alla fine non pagherebbero neanche gli altri non vedo che differenza possa esserci.
Comunque, farneticazioni a parte, potrei condividere esercizi, esperienze, consigli presi in rete o letti sui libri. Oppure potrei raccontare quello che sto studiando.
In questi giorni ho ripreso a studiare la Letteratura Italiana, partendo da un buon manuale di Liceo e integrando con registrazioni di corsi universitari ed altre letture. Non sarà mai l’equivalente di una laurea in lettere moderne, per carità, ma insomma, visto che ho una certa età me la farò bastare.
Scrivere articoli su questo mi dovrebbe tornare utile in diversi modi:
- aiuterà me a fissare i concetti che sto studiando
- mi esorterà a continuare, quanto meno per non fare figuracce
- farò ulteriore esercizio
- mi permetterà di pubblicare più regolarmente, che pare sia la maniera migliore per far crescere un blog
Poi: domandarsi per quale motivo uno debba far crescere un blog, questa è materia per altri dieci articoli, o più probabilmente per uno psicoterapeuta. Ma questo è.
Ho deciso di mettere da parte vergogne, timori, blocchi, e sputtanarmi così. Sempre meglio che avere rimpianti. Se anche fossi il peggiore dei narratori, almeno mi sarò divertito.