Questo racconto nasce tempo fa, con un esercizio che credo sia molto comune nei corsi di scrittura: scrivere un racconto partendo dall’incipit di un altro racconto.
Se vi interessano questi esercizi vi consiglio, tra gli altri, il sito immersioni letterarie con il loro “Dai la cera, togli la cera”. Si tratta di un taccuino di scrittura con 28 esercizi da fare per allenarsi a scrivere, una buona palestra e un buon punto di partenza.
In questo caso specifico non ricordo né dove abbia preso questo esercizio né quale fosse il racconto originale ma, poiché ne uscì una cosa che non mi sembrò uno schifo totale, lo misi da parte.
Dopo qualche tempo lo rilessi e riscrissi anche l’incipit, rendendolo un racconto completamente mio.
Appena finita la prima stesura, come consiglia Stephen King sul suo “On writing”, ho messo il racconto in quarantena, a decantare. Soltanto pochi giorni fa ho letto di un contest che mi ha riportato alla mente il racconto.
L’ho ripreso e, come succede sempre, l’ho stravolto, riscritto, rivoltato, fino a tirarne fuori una storia che conservava pochissimo della storia iniziale, pur mantenendo l’idea di fondo.
Tutto questo per presentare questo nuovo racconto, credo completamente diverso da tutte le cose che ho pubblicato fino ad ora. Fatemi sapere se vi piace o se è meglio proseguire su altre strade.
Ora vi lascio con Armida e le sue “Ricette della nonna“.